La poesia è il salvagente cui mi aggrappo
quando tutto sembra svanire.
Quando il mio cuore gronda
per lo strazio delle parole che feriscono,
dei silenzi che trascinano verso il precipizio.
Quando sono diventato così impenetrabile
che neanche l'aria riesce a passare.

Kahlil Gibran

lunedì 30 aprile 2012

Ritratto

Capelli brizzolati
legati dietro la nuca
con un fermaglio stinto
a forma di rosa.
Un trucco leggero
e forse un po’ fuori moda.
Sigaretta
stretta tra piccole dita,
che nel fumo
brucia  sogni
e delicati pensieri.

I sogni…
Quanti!

Copioni interi
di dialoghi da prima attrice,
tutti ingarbugliati
nelle nuvole azzurrine
che vanno pigre,
mutando la forma,
accarezzando
quei  capelli brizzolati.

Mai bella…
Ma con gli occhi di bambina
a  sorridere
mentre è lì
con un mondo di pensieri colorati.

Sorride.
E qualche volta
prega un Dio grande
che forse ha offeso.

Sembra un disegno,
e invece è vita pura,
è fuoco e passione.

Ma nessuno lo sa
come sei,
nessuno per davvero.

Nemmeno lui.
Lui così vicino al viso tuo,
e lontano dall’immensità
che c’è nel tuo silenzio
e nel sorriso di bambina.

L’amore grande
che gli dai,
ti basta a sopravvivere.

Forse un giorno
cambierai il fermaglio stinto,
a forma di rosa.
Lo butterai via.

Può essere importante…
O forse no.

E’ bello il tuo sorriso,
tenero e dolce.

E’ il tuo regalo per lui.
Ogni giorno.

… e piano ora la sua mano
cerca la tua …

Forse … ti stava ascoltando.

***


Marinetta - 2008

lunedì 16 aprile 2012

Alda Merini - una poetessa che amo

Io non ho bisogno di denaro

Io non ho bisogno di denaro 
ho bisogno di sentimenti  
di parole  
di parole scelte sapientemente 
di fiori detti pensieri 
di rose dette presenze 
di sogni che abitino gli alberi 
di canzoni che facciano danzare le statue  
di stelle che mormorino  
all'orecchio degli amanti. 
Ho bisogno di poesia  
questa magia che brucia  
la pesantezza delle parole  
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.             


Alda  Merini



mercoledì 11 aprile 2012

Il tempo che va


Di tempo ne era passato…
Abitudini consolidate .
Voglia di farcela,
dopo i mille dolori
che s’erano andati
a nascondere
in fondo all’anima
come una zavorra di piombo
in fondo
all’oceano.

Di tempo ne era passato…
Seduti sul divano
davanti alla TV ,
si tenevano per mano
come due ragazzini…
Alle spalle chilometri di istanti.
Vita.
Cercando il senso vero.
Gli occhi di lei
son troppo sinceri,
e quando alla sera
si guarda allo specchio,
qualcosa la spaventa ancora.
Quegli occhi innamorati
che la riguardano e la scrutano…
ancora e ancora.
Di tempo ne era passato
Ma qualche volta non capiva
…e tornava a martellarle il cervello.
Il laccio della paura
sembrava soffocarla.
…E la mano di lui
stringe forte la sua.
Quanto calore,
quanta tenerezza.
Qualche volta…
Abitudini e silenzi.
E’ dolce anche così.

Monotona la TV
parla di brutti fattacci…

Lui
sembra ascoltare,
o forse no!
In silenzio
tiene la piccola mano
stretta nella sua.

Tenerezza
si mescola al tempo che va.
*****
MARINETTA  

 2011

mercoledì 4 aprile 2012

GIOVEDI SANTO

Abbiamo camminato tanto.
Lungo il cammino
abbiam trovato tre Croci.
Sulla prima c’era scritto
“…Lo riconobbero allo spezzare
del pane”.

…Lo riconobbero …
Lo riconobbero …

Sulla seconda Croce
non c’era scritto nulla,
ma seduto ai piedi di essa
c’era un ragazzo
che cantava un canto dolce
e triste insieme.
E ad ascoltarlo,
il cuore si inteneriva,
e …Ancora e ancora un po’.

Sulla terza Croce c’era scritto:
“ Tu sei la stella del mattino,
Tu sei la nostra nostalgia.
Tu sei il cielo chiaro
che si riempie di luce
allontanando le nostre paure”.

Le nostre paure…

E lacrime cocenti
mi hanno punto gli occhi.
Un pianto
che parlava di paura…
Quella di vivere.

Perché …Vita,
non la puoi scrivere in un altro modo.

“ Allontanando le nostre paure…”

Così , mi son fermata .
E Vedi, io sono qui,
ai piedi della Croce…
Un segno,
un soffio…
Fammelo capire che non sei andato via…
Tu, non sei mai andato via.
Ho così tanta paura…

Io resto qui,
ai piedi della Croce,
a raccogliere nel palmo delle mani
queste lacrime cocenti
e queste mie poche parole
un po’ confuse,
aspettando che sorga
la prima stella del mattino.

***
Marinetta – aprile 2007