Un’ala mi copre,
un’ala di vento…
Forse quella di un angelo,
o solo gli stracci
del tempo perduto.
Mi copre,
mi riscalda
e io torno bambina.
E sento parole
antiche , spezzate,
nenie di quel dialetto tuo,
che correva con me
tra vicoli stretti
di un paesello che ora,
dorme lì,
a un passo dalla mia mano.
E torno bambina,
e canto il dialetto
a me caro,
e corro felice, avanti a te
che chiamavi galline
e pulcini
a raccolta,
nei pomeriggi d’estate,
mentre piano
un sole caldissimo,
scendeva a baciare
un po’ il mare.
Un’ala di vento,
gli stracci del tempo.
Riscaldano sai,
e non sai quanto,
ora, che più mi mancate, ora
che quella bambina
così amata,
non ce la fa a crescer per bene.
Ali,
del tempo,
di un angelo nero.
Sempre così,
tutto di nero.
Solo il sorriso,
era caldo e vivo
e dolcissimo
come mai , forse mai più,
ho ritrovato.
Parole in dialetto,
giochi felici,
e gatti e galline…
Ali di stracci.
Neri, leggeri,
pieni d’amore.
Mi chiudo su me,
come feto nel ventre,
a cercar di sentire
ancora,
quel fruscio
d’ali di stracci.
*****
Marinetta
2005
Ai miei dolcissimi nonni
...angeli che mi guardano da lassù